Il processo di macerazione di un profumo è rappresentato dalla fase in cui le materie prime utilizzate per comporre il nostro accordo aromatico vanno a saturare un dato solvente.
Nella maggior parte dei casi, nel mondo della profumeria, il solvente utilizzato a questo scopo è costituito da Alcol denaturato. Durante il processo di macerazione l’alcol, opportunamente denaturato con un denaturante speciale per profumi che normalmente non ha alcun odore, viene impregnato dell’odore delle sostante utilizzate.
La denaturazione dell’alcol ha lo scopo di renderlo non commestibile. Vedremo in un altro articolo perché si attua questo processo.
La macerazione viene effettuata prima della fase di imbottigliamento del profumo e solitamente dura dai 15 ai 30 giorni.
Durante questo periodo le miscele vengono tenute, in contenitori di acciaio inox grandi diverse centinaia di litri, a basse temperature. Alla fine del periodo di macerazione viene rimosso il sedimento depositatosi sul fondo dei contenitori e si procede a una fase di filtraggio che precede l’imbottigliamento.
Molto spesso la fase di macerazione viene confusa con la maturazione di un profumo che ne caratterizza, invece, il processo di invecchiamento.
Il processo di invecchiamento di un profumo è visto da molti come qualcosa che possa portare solo benefici alla formula ma più avanti vedremo perché non così.
Attualmente non esiste alcun riscontro o pubblicazione scientifica in grado di dimostrare che un profumo possa migliorare o peggiorare con la maturazione.
Anche perché, tutto sommato, sono pochi i ricercatori disposti a investire il loro prezioso tempo in questo tipo di studio.
Esistono tuttavia delle ipotesi formulate un po da tutti gli addetti ai lavori (attenzione quando parlo di addetti ai lavori non mi riferisco agli YouTuber ma a scienziati e ricercatori).
Iniziamo col dire che i fattori da tenere in considerazione sono tantissimi. Dalla tipologia di materie prime utilizzate, la frequenza di utilizzo, la corretta conservazione, il corretto serraggio del flacone Sono tutti elementi che possono alterare nel tempo la formula originale.
Occorre sottolineare il fatto che: ogni volta che si fa pressione sulla pompa per effettuare uno spruzzo entra aria nel flacone e questo comporta inevitabilmente che, a un certo punto, il volume occupato dall’aria all’interno della bottiglia sia maggiore rispetto al liquido.
In questo caso, se il serraggio del falcone è stato eseguito correttamente, non accade nulla. In quanto il solvente non ha la possibilità di slegarsi dalle molecole e non è libero di propagarsi nell’ambiente esterno al flacone.
Nei nostri test per accelerare i processi di invecchiamento, e osservarne i risultati nel breve termine senza la necessità di aspettare anni, procediamo esponendo le sostanze a una temperatura costante di 22°C in una buretta coperta soltanto da un panno traspirante.
Abbiamo osservato che le mutazioni principali si verificano quando le molecole non sono più legate al solvente, che essendo molto più leggero, ha la capacità di propagarsi con molta più efficacia.
Durante la propagazione il solvente non porta con se tutte le molecole ma riesce a trasportare solo quelle più leggere. Mentre lascia quelle più pesanti nella buretta.
Possiamo intuire che nella buretta, dopo qualche giorno, sarà presente una miscela leggermente più densa e pesante rispetto a quella iniziale in quanto privata di una parte di alcol e di una parte di molecole leggere che andavano a comporre le note di testa.
Ne risulterà, quindi, una fragranza sicuramente più persistente dal punto di vista della durata ma anche più piatta.
Questo piccolo esperimento ha lo scopo simulare ciò che capita a un consumatore quando impiega 1 o 2 anni per terminare un profumo, di verificare e accelerare il processo di ossidazione di alcune materie prime come aldeidi e terpeni e innescare la polimerizzazione dei resinoidi.
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